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Giulia Lassandro

 Psicologa clinica 

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Rimuginio: significato e funzione del pensiero ripetitivo

2023-06-01 15:18

Dott.ssa Giulia Lassandro

rimuginare, ansia, psicoterapia, controllo,

Rimuginio: significato e funzione del pensiero ripetitivo | Dott.ssa Giulia Lassandro

Ma se tutti hanno sperimentato preoccupazioni intense, come mai alcuni riescono a lasciar andare i pensieri negativi, mentre altri ne restano intrappolati?

A ciascuno di noi è capitato di interrogarsi rispetto all’eventualità che qualcosa di catastrofico potrebbe accadere.

Tutte le persone hanno sperimentato la sensazione di avere la mente affollata da pensieri negativi rivolti al futuro. Rimuginare, dunque, è un’esperienza comune dell’essere umano. Ma se tutti hanno sperimentato preoccupazioni intense, come mai alcuni riescono a lasciar andare i pensieri negativi, mentre altri ne restano intrappolati?

Caratteristiche del rimuginio 

 

Il rimuginio (o worry) è un processo della mente caratterizzato da pensieri negativi rivolti al futuro e accompagna tutti i disturbi con una componente ansiosa . Si tratta di un’attività anticipatoria. I pensieri sembrano attorcigliarsi su loro stessi in cui ipotetici scenari temuti o ipotetiche soluzioni pensate sono ripetuti senza che venga presa una decisione di risposta al pericolo e di soluzione al problema. La sensazione spesso è quella di sentirsi bloccati mentre la mente elabora un susseguirsi di pensieri rivolti a ciò che si teme e alle sue possibili risoluzioni. Il pensiero è prevalentemente di tipo verbale che prende forma come una sorta di dialogo interno. 

La teoria metacognitiva di Adrian Wells sostiene che il rimuginio è causato da uno specifico bias attentivo per cui la persona focalizza l’attenzione sulla minaccia restando intrappolata in una condizione di distress cronico e ricorrente. Questi bias portano a mantenere l’attenzione sugli stimoli collegati alla minaccia dando vita a comportamenti disfunzionali: l’evitamento, il monitoraggio della minaccia,  il controllo e la soppressione del pensiero. Questi comportamenti vengono definiti disfunzionali non tanto per la qualità negativa dell’esperienza, ma perché perseguiti in modo compulsivo per evitare gli stati temuti. La focalizzazione dell’attenzione sulla minaccia e i comportamenti di risposta messi in atto hanno come conseguenza quella di rendere più veritiere le credenze riguardo all’effettiva presenza del pericolo alterando la percezione della realtà e di sé stessi. Ad esempio, ci si può considerare come non capaci di affrontare alcune situazioni e il comportamento di evitamento non consentirà di raccogliere le prove che smentiscono le credenze riaguardo a ciò che si teme. 

Secondo questa teoria non risulta tanto importante quello che pensiamo ma è piuttosto il modo in cui lo facciamo; prioritario diviene il processo del pensiero che contribuisce a mantenere e a rinforzare sia le emozioni che i pensieri negativi generando sofferenza emotiva per chi lo sperimenta. 

Il rimuginio è un’operazione costosa perché richiede l’impiego di numerose risorse mentali per un lungo periodo. Mal di testa, tensione muscolare, insonnia, irritabilità e irrequietezza sono esempi di effetti negativi del rimugino per la salute. 

 

Come mai rimuginiamo?

 

Le motivazioni per cui lo facciamo sono molteplici e variano da persona a persona. Tuttavia, possiamo affermare che il rimuginino è sostenuto da quelle che vengono definite credenze metacognitive. Con questa espressione si fa riferimento alle idee e alle teorie che ognuno di noi ha in merito al contenuto dei propri pensieri.  Secondo A. Wells possiamo distinguere le credenze sul rimuginio in credenze positive e  credenze negative.

 

“Se mi preoccupo riuscirò a controllare qualsiasi cosa”. 

 

“Se mi preoccupo soffrirò meno”.

 

"I pensieri arrivano da soli e io non posso controllarli”. 

 

“Potrei non riuscire a smettere di rimuginare”. 

 

Comuni sono i pensieri che riguardano il vantaggio di focalizzare l’attenzione sulla minaccia con la convinzione che in questo modo si riesca a controllare tutte le possibili alternative e mantenere una posizione di vantaggio rispetto al pericolo; altri, invece,  possono riguardare  l’incotrollabilità del proprio pensiero 

 

Le persone trovano spesso difficoltà a interrompere il rimuginio, ma il rimuginio si interrompe. 

Attraverso un percorso di psicoterapia le persone imparano ad auto-osservarsi e a diventare sempre più capaci di cogliere i propri stati interni. La consapevolezza aiuta a comprendere la natura del proprio disagio consentendo di sviluppare strategie alternative e funzionali per la risoluzione dei problemi e delle situazioni che generano ansia e sofferenza. È fondamentale sottolineare che la soluzione non coincide unicamente con la riduzione del rimuginio ma con la comprensione del suo significato all’interno della propria storia di vita.  

Rimuginio: significato e funzione del pensiero ripetitivo | Dott.ssa Giulia Lassandro

Bibliografia:

 

CASELLI, G., RUGGIERO, G. M., SASSAROLI, S. (2017), “Rimuginio. Teoria e terapia del pensiero ripetitivo”. Raffaello Cortina, Milano. 

 

SASSAROLI, S., LORENZINI, R., RUGGIERO,  G. M. (2006),  “Psicoterapia cognitiva dell'ansia. Rimuginio, controllo ed evitamento”. Raffaello Cortina, Milano. 

 

WELLS, A. (2018), “Terapia metacognitiva dei disturbi d'ansia e della depressione”. Tr. it. Erickson, Trento. 

 

 

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